Non si parla da oggi di visual storytelling; pur tuttavia l’impressione è che non tutti abbiano capito che cos’è davvero. Spesso, infatti, si sente parlare di narrazione visuale in riferimento ai contenuti pubblicati sui social media, e non sono rari i casi in cui perfino una foto pubblicata su Instagram viene definita “visual storytelling”.
Qual è il problema? Che visual storytelling è qualcosa di molto più ampio. È vero, l’esplosione dei social network ha portato con sé un cambio radicale nella tipologia dei contenuti pubblicati online. Facebook, Instagram o Pinterest sono tra i principali canali con cui raccontare storie digitali utilizzando prevalentemente immagini o elementi visivi.
Detto ciò, fare visual storytelling non significa certamente inserire un paio di immagini accattivanti nel piano editoriale, come sostengono alcuni, quanto l’operazione con la quale il racconto aziendale viene costruito e organizzato attraverso le immagini, i video, le infografiche, le “stories” o altri contenuti di tipo visivo: per dirla in altre parole, il visual storytelling sta alle immagini così come l’identità verbale di un’azienda sta alle parole utilizzate dal copywriter. In entrambi i casi c’è bisogno di una strategia a monte, di un piano di azioni misurabili dettate da obiettivi altrettanto chiari.
Quanto alle narrazioni aziendali in sé, è fin troppo facile e banale dire che un’immagine su Instagram racconti una storia. Può essere anche vero – dipende dalla bravura del fotografo, essenzialmente – ma una narrazione è qualcosa di molto più complesso. Se non c’è un arco temporale, un setting, l’evoluzione psicologica di un protagonista, un antagonista che lo ostacola e qualcosa o qualcuno che aiuta il protagonista e lo conduce vittorioso attraverso le sfide della vita, non siamo in presenza di una storia. Ci dispiace, ma lo storytelling è questo.
Visual storytelling vuol dire essenzialmente costruire una narrazione per immagini, ossia sfruttare la potenza degli elementi iconici per garantire agli interlocutori un’esperienza completa e appagante che riguarda il brand o i prodotti di un’azienda. Questo vuol dire che anche un catalogo di prodotto o una brochure aziendale possono essere utilizzati per fare visual storytelling.
Ciò che conta è utilizzare i contenuti pubblicati per dar vita a un racconto empatico, capace tuttavia di perseguire precisi obiettivi di business. In questo senso, lo storytelling è in generale una disciplina non scontata, poiché richiede un’approfondita conoscenza delle tecniche di costruzione di un racconto, capacità creative e, infine, strumenti e conoscenze necessarie all’analisi strategica di un marchio e delle sue peculiarità.
I professionisti capaci di affrontare con credibilità questa sfida si contano sulle dita di una mano. Anche perché, come abbiamo ormai capito, non si tratta di confezionare pubblicità “scaltre” allo scopo di generare emozioni di facile consumo che, a ben vedere, non sempre producono risultati apprezzabili. Piuttosto, si tratta di immaginare il marketing aziendale come una grande narrazione, che nel caso del visual storytelling va costruita e raccontata grazie all’uso sapiente delle immagini.
Proprio per questo motivo, il visual storytelling vero e proprio inizia a valle dell’analisi degli obiettivi di marketing e comunicazione dell’azienda, dopo l’analisi del messaggio differenziante e in concomitanza con la realizzazione di uno o più storyboard che aiutano a definire, “immaginandoli”, i concetti chiave utili a sviluppare il messaggio aziendale e a raccontarlo a un pubblico che cerca quel tipo di risposte. Questo è il solo processo che può dare vita a storie che funzionano: storie autentiche, capaci di ispirare le persone. Video creativi, infografiche, “stories”, prodotti editoriali book fotografici o ebook, App mobile e altro ancora: l’elenco è davvero lungo e comprende tutti i supporti digitali o meno in grado di costruire un immaginario collettivo che abbraccia i valori aziendali.
In un momento storico e tecnologico preciso, in cui la Rete è diventata un “supermedia” al cui interno si comunica principalmente con contenuti visivi e audio, ecco che la narrazione di brand non può prescindere dall’uso sapiente di elementi iconici. Dato che in questo settore le professionalità integrate mancano, e che molti professionisti – anche i più blasonati – non hanno per nulla chiaro cos’è il visual storytelling, per le aziende è sempre più importante affidarsi a una narrazione per immagini costruita secondo precise regole formali e creative. Da ciò nasce l’importanza, cruciale ormai, di affidarsi a un partner solido che sappia coniugare linguaggi visivi ed esperienza e, al contempo, abbia una visione davvero chiara e completa di cosa voglia dire “raccontare per immagini”.
Le immagini sono un alleato importantissimo del racconto di un brand o azienda. Lo sappiamo molto bene e lo abbiamo ribadito spesso negli oltre 60 anni in cui Cinehollywood ha lavorato a fianco di realtà importantissime realizzando documentari e prodotti audiovisivi caratterizzati da una forte impronta narrativa. Certo, 60 anni fa non si parlava di visual storytelling, eppure era già evidente in noi – e il nostro lavoro lo testimonia – l’importanza di accompagnare lo spettatore in un viaggio immersivo, permettendogli così di scoprire un mondo fino a pochi minuti prima sconosciuto.
Cinehollywood ha lavorato con i grandi brand del cinema e della televisione, affiancandoli nel molteplice e affascinante processo che porta alla creazione di prodotti audiovisivi complessi. Questa esperienza, questa creatività, abbinata a una forte competenza editoriale, questa capacità congenita di sentirsi a proprio agio in un ambiente tecnologico multimediale e multicanale oggi sono parte integrante del DNA di Story Farm, agenzia di video marketing specializzata nella produzione di contenuti e strategie digitali per la comunicazione aziendale. Sappiamo amalgamare la forza narrativa del documentario e le tecniche di promozione digitale che permettono a un contenuto di farsi strada nel mare magnum del Web. Sappiamo come si costruisce una narrazione in grado di funzionare a prescindere dal canale che la ospiterà e, allo stesso tempo, come declinarla in modo efficace e credibile su canali digitali e non, diversissimi per caratteristiche e dinamiche di fruizione. Per noi di Storyfarm, visual storytelling non è pubblicare una foto emozionante su Instagram, ma significa costruire i pilastri di una narrazione per immagini che convince, persuade e sviluppa storie di appartenenza e valori positivi di cui le persone hanno sempre più bisogno.
Il racconto per immagini di un’azienda, brand, prodotto o servizio e il potere dei social media nel diffondere storie che funzionano sono un binomio sempre più importante all’interno del variegato mondo della comunicazione digitale. Quotidianamente, infatti, i social media ospitano esperienze personali e racconti caratterizzati da una natura sempre più visiva. Queste storie possono essere pubblicate da persone comuni così come dalle aziende e dai brand che desiderano mettere in comune attività, iniziative ed esperienze, nel tentativo di farli incontrare con i valori dei potenziali acquirenti e dei fan già acquisiti.
In questo risiede il fascino del visual storytelling: nella sua naturale capacità di costruire e raccontare mondi narrativi pur perseguendo chiari obiettivi di comunicazione e marketing. Il visual storytelling sui social media non è vendere tramite le storie pubblicate su Facebook o Instagram, ma semmai utilizzare i social media in modo intelligente, facendo leva sulle emozioni più genuine dei nostri interlocutori. Social media e visual storytelling sono sempre più interconnessi, a partire dal fatto che i contenuti pubblicati sui social e caratterizzati da un approccio visivo più spiccato sono quelli che registrano i tassi di engagement più alti.
I social media sono generatori automatici di conversazioni su brand, prodotti e servizi. Molte di queste conversazioni vengono mediate sempre più dalle immagini o da contenuti di tipo visivo. Le aziende hanno bisogno di entrare in contatto con i propri interlocutori in modo schietto, sincero, raccontandosi e promuovendo un confronto paritario, basato sulle emozioni e sulle informazioni, tanto quanto sul bisogno di coinvolgere e di sentirsi parte di qualcosa di importante. Il visual storytelling è lo strumento più adatto per sviluppare l’identità visiva, raccontarsi in modo totalmente nuovo e distinguersi dalla concorrenza.