Siti web, social media e web marketing sono a torto spesso considerati come strumenti di promozione a basso costo. È questo, infatti, uno degli errori più comuni che molte aziende, anche di grandi dimensioni, commettono quando stabiliscono un budget marketing. Avere un’idea concreta delle voci di spesa aiuta a definire un budget realistico da destinare a queste attività: i costi principali di una campagna di web marketing sono dati dallo sviluppo, dalla strategia, dalla produzione di contenuti e dal mantenimento delle piattaforme, ma anche dagli strumenti necessari all’analisi dei risultati raggiunti, come vedremo in questo articolo.
Il budget per la comunicazione digitale va tarato sulle esigenze della realtà aziendale, sulle dimensioni del business, sul suo posizionamento all’interno del mercato. Da momento “drammatico”, può diventare un’importante fase di riflessione per favorire, da un lato, la sostenibilità economica di tutte le attività, dall’altro per impostare delle misurazioni veritiere della comunicazione strategica.
Destinare una quota fissa degli introiti al budget di comunicazione digitale, calcolarla sulle vendite o variarla a seconda delle disponibilità non sono le scelte giuste. La cifra è data piuttosto dalle considerazioni fatte sull’attività dei competitor, sugli obiettivi parametrati al costo per clic, sulla quota di mercato che si vuole raggiungere. Vediamo intanto quali sono alcune voci che riguardano tutte le realtà, grandi o piccole che siano, come la gestione di un sito web, dei social network e la comunicazione video.
Le prime voci da considerare per capire quanto costa fare un sito web sono quelle legate al dominio e all’hosting, che può essere condiviso, una soluzione più economica ma meno personalizzabile, in cui un unico server ospita più siti. L’alternativa è un server dedicato, che è sempre la scelta migliore, perché offre anche maggiori garanzie in termini di sicurezza.
Tra le altre voci, troviamo:
A questi vanno sommati anche i costi di gestione del blog aziendale, qualora dovesse essercene uno, all’interno del sito web o su un altro dominio.
Parlare di gestione dei social network e dei costi relativi significa avventurarsi su un terreno instabile. Sono in tanti, purtroppo, ancora oggi, a pensare che si tratti di mezzi gratuiti, del tutto o quasi, grazie ai quali ottenere pubblicità, clienti e conversioni praticamente a costo zero. La realtà è ben lontana da questo scenario: come per gli altri mezzi di comunicazione e per le varie attività promozionali, anche queste hanno un loro costo e affidarsi a chi offre tali servizi a prezzi stracciati, oppure al fai da te, finirebbe con l’essere una perdita di tempo. Alle volte, poi, potrebbe sommarsi a questo anche un danno di immagine, provocato dalla cattiva gestione dei canali di comunicazione. È importante, quindi, rivolgersi sempre a dei professionisti, per un preventivo relativo ai social media: un freelance oppure un’agenzia. Come scegliere? La grandezza del progetto è il primo parametro: realtà medio-grandi preferiscono di solito l’agenzia, che dovrebbe avere al suo interno tutte (o quasi) le figure necessarie a gestire la comunicazione, dalle attività di ufficio stampa alla grafica, dallo sviluppo del sito web alle campagne promozionali offline. Al freelance, invece, si rivolgono più volentieri le piccole aziende e altri liberi professionisti.
Ai costi per la gestione delle pagine Facebook, di LinkedIn, Instagram (e altri) bisogna aggiungere anche quelli dell’advertising, cioè la sponsorizzazione dei post. Parlando di social media, infine, un ultimo consiglio riguarda i canali che si decide di presidiare: non occorre essere dappertutto, soprattutto quando non c’è alle spalle uno studio del target e si rischia di investire del denaro su dei social che non sono frequentati dal nostro pubblico. Meglio sceglierne due e lavorare sulla strategia e su contenuti di qualità, invece che sparare nel mucchio.
Rischiando di essere ripetitivi, dobbiamo dire che anche per il budget per la comunicazione video è difficile dare indicazioni precise, perché ci sono molte variabili da considerare, per la produzione di un filmato di qualsiasi genere. E non è sufficiente avere una telecamera per le riprese e un computer per montare. Il lavoro che non si vede è spesso quello che costa di più: ricerca, preparazione delle interviste, copywriting, per esempio, ai quali bisogna aggiungere i costi dei diritti, se si vuole usare una voce.
Il video deve essere un investimento sulla comunicazione, di conseguenza non si può pensare di destinare a questo prodotto quanto avanza dalle altre spese messe a budget.
Quanto costa, allora, la comunicazione video? Proviamo a definire dei costi orientativi, una sorta di "a partire da":
Calcolare il budget per il marketing e la comunicazione richiede una serie di considerazioni sulle attività da svolgere, come abbiamo già ricordato in apertura del post, sul tipo di azienda, prodotto e servizio, sulle aspettative reali e sul ritorno d'investimento (ROI) atteso. Wearemarketing.com consiglia per prima cosa di calcolare il budget sulla base dell’obiettivo strategico: non ha senso decidere in maniera arbitraria di destinare una certa percentuale al marketing, perché ciò che può funzionare per un’azienda potrebbe non farlo per un’altra ma, soprattutto, investire per aumentare la brand awareness è diverso che farlo per ottenere dei lead. Un’altra dritta è di organizzare il team di lavoro in modo che i reparti marketing e sales si interfaccino in modo continuo e proficuo: l’obiettivo del primo deve essere ottenere dei Marketing Qualified Leads (ovvero dei lead particolarmente interessati all’azienda), da passare al team sales, che avrà così maggiore possibilità di trasformare i prospect in clienti. A questo punto si può definire la strategia e metterla in pratica, organizzando il flusso di lavoro secondo un processo detto “Scrum”, partendo dalla suddivisione dei ruoli e delle responsabilità di ogni membro del team.
Per ottimizzare il budget, si possono passare in rassegna i seguenti fattori:
e altri ancora.
Sulla base delle misurazioni, in questo articolo troviamo delle riflessioni e degli esempi pratici per capire quali cifre è giusto investire e che cosa aspettarsi con quel budget: un modo di addentrarsi nelle dinamiche aziendali per molti ancora da esplorare e che fa un po’ di paura, ma che invece permette di lavorare sulla consapevolezza.